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Addizioni e sottrazioni con la pittura e il mosaico

11/04/2022 08:48

di Cristina Molinari

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Addizioni e sottrazioni con la pittura e il mosaico

La matematica, come si suol dire, non è un’opinione, nemmeno se applicata ai colori. Nella pittura si sottrae, nel mosaico si aggiunge. Sì ma…cosa intendo dire?

La matematica, come si suol dire, non è un’opinione, nemmeno se applicata ai colori.

 

A questo proposito, sottolineo un concetto basilare di grande importanza: nella pittura si sottrae, nel mosaico si aggiunge. Sì ma… cosa intendo dire con questo esattamente? Cosa si sottrae, cosa si aggiunge?

 

Intendo dire che in pittura, quando voglio ottenere un determinato colore, basta che spremo i tubetti di colore che mi servono e li mescolo assieme, "sommando" in questo modo le loro capacità sottrattive. Parte delle radiazioni di luce che illuminano il colore che sto mescolando, viene assorbita e quindi sottratta dalla struttura molecolare del materiale, e parte viene riflessa verso i miei occhi. Quest'ultima è il colore che vedo, che sto per l'appunto mescolando. Ad esempio, se è un bel verde che voglio ottenere, prenderò i miei due colori primari “giallo + blu” che assieme mi daranno il risultato “verde”. Per un verde più caldo, abbonderò di giallo, per un verde più freddo, abbonderò di blu. Il colore che ne deriva è “figlio dei due primari”, ed essendo una fusione dei due non è più un colore puro, la sua brillantezza viene in parte sottratta dalla materia. Se a questo verde aggiungo il rosso ecco che ottengo un colore terroso, insaturo tendente al nero, la dimostrazione più concreta che in pittura, più colori si mescolano tra loro meno puro e brillante sarà il risultato.

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Nella pittura, se addiziono i colori tra loro ho una sottrazione di luce. Questa operazione viene definita anche sintesi sottrattiva CMYK. Ciò non significa che nella pittura tutti i colori sono cupi o scuri - questo dipende da cosa aggiungo a cosa e in quali proporzioni - ma semplicemente che il massimo della saturazione la trovo unicamente nei singoli colori primari, cioè nel “blu (ciano)”, nel “giallo” e nel “rosso (magenta)”. Molteplici colori che ne deriveranno per mescolanza risulteranno chiari e brillanti ma mai quanto quelli primari, considerati puri per natura, cioè non ottenibili per mezzo di altri.

 

Si cambia operazione matematica nel mosaico, che lavora di “SINTESI ADDITIVA MEDIA SPAZIALE”.

 

Infatti, nel mosaico si giustappongono tante più o meno piccole unità chiamate tessere. Ecco che non si tratta più di mescolare pigmenti tra loro per ottenerne altri, bensì di trasmettere il colore, scomponendolo e ricostruendolo attraverso l’accostamento delle tessere (sintesi additiva media spaziale).

 

Mi soffermo sul termine “trasmettere” perché è esattamente questo che accade, come quando guardiamo la televisione, veniamo raggiunti da tre fasci di luce luminosa proveniente dallo schermo: una rossa, una verde e una blu (acronimo inglese RGB). Se ci avviciniamo allo schermo, vediamo chiaramente la scomposizione del colore in questi tre fasci di luce colorata. Luce rossa + luce verde + luce blu = luce bianca. Se ora spengo una delle tre componenti di luce si accendono il ciano, il magenta e il giallo.

 

Il mosaico si rifà a questo meccanismo di lettura e codifica del colore. Il mosaico è luce, dalla consistenza materica.

4527-rgb_vs_cymk.jpegmela_sintesi_additiva_rgb.jpeg

Più distanza fisica intercorre tra il mosaico e l’osservatore e più è grande la dimensione del mosaico, molte sono le possibilità di giocare con la costruzione del colore e la dimensione delle tessere avvalendosi del sistema RGB. E’ il caso, ad esempio, di grandi installazioni in ampi spazi.

 

Meno distanza c’è tra il mosaico e l’osservatore e più è piccola la dimensione del mosaico, più "strategie di gioco" saranno da attuare per una buona costruzione e resa del colore tenendo anche conto della dimensione delle tessere. E' sempre valida la regola della costruzione del colore attraverso il sistema additivo, ma le tessere accostate tra loro avranno un colore proprio già simile a quello da trasmettere a breve distanza, in caso contrario sarà necessario ridurre la dimensione delle stesse. E’ il caso di quadri di piccola o media dimensione collocati in spazi ridotti, come ad esempio lo studio cromatico di questa mela che vista da vicino si scompone nelle singole unità di colore, mentre vista a qualche metro di distanza o anche soltanto socchiudendo gli occhi, assume una visione cromatica d'insieme.

 

Va da sé che tutto anche dipende da cosa si vuole trasmettere, l’intenzione stessa! Ricordiamoci che il mosaico è luce, è vibrazione, vale l'occasione di sfruttare queste qualità intrinseche del mosaico per un risultato d'effetto!

 

Non c’è divieto nel costruire il colore partendo dai puri colori primari RGB in un contesto piccolo, semplicemente il colore che arriverà all’osservatore sarà estremamente brillante e chiaramente leggibile solo ad una certa distanza, in relazione anche alla dimensione delle tessere. E’ tutto un equilibrio tra dimensioni e colore, saper bilanciarli è la vera maestria!

 

Viceversa, nel caso di grandi installazioni in grandi ambienti, per le quali, data la notevole distanza, sarebbe quasi un peccato utilizzare tessere dal colore proprio già simile a quello che si potrebbe trasmettere costruendolo con la sintesi additiva. Si andrebbe a perdere parte della qualità luminosa, un prezioso potenziale che il sistema RGB è in grado di dare.

 

Ci sarebbe da spaziare molto su questo argomento, tuttavia, il mio nobile intento è quello di spiegare per immagini e con un linguaggio alla portata di tutti, concetti chiave non sempre di ovvia e chiara comprensione.

 

Mi limito nell’esprimere quella che è la mia idea di mosaico, dettata semplicemente dalle mie conoscenze, dal mio gusto estetico e dalla mia sensibilità.


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