L'idea e le sue caratteristiche:

omaggio a Lucio Fontana, pittore, ceramista e scultore italiano fondatore dello Spazialismo. In questa opera del 1960 sul tema costante del concetto spaziale, gli squarci e i buchi che contraddistinguono il linguaggio di Fontana si dispongono costellati sulla superficie pittorica impregnata di un rosso intenso dalla forte carica spaziale. Il significato dei "buchi" va ben oltre l'essere elementi puramente grafici sulla tela, in quanto sono considerati vere e proprie aperture verso uno spazio ulteriore. Fontana affermerà a tal proposito: "Il buco è l’inizio di una scultura nello spazio. I miei non sono quadri, sono concetti d’arte." 

Quali materiali sceglierò per interpretare quest'opera d'arte? Attraverso cosa potrò valorizzarla restando fedele al concetto di spazialità di Fontana senza snaturare il significato che ha voluto dare? Queste domande che mi sono posta han trovato risposta nell'utilizzo di materiali inediti, bruti, presi dal quotidiano manipolati e ricontestualizzati, amplificando il cerchio delle possibilità espressive. Ed ecco materializzarsi un filo di ferro dipinto di nero per descrivere la linea ovale presente al centro del quadro, pezzi di vecchie pentole in ferro smaltate di rosso per comporre gli elementi di dimensioni più grandi e accordarli in un decrescente equilibrio con i più piccoli fatti di smalti veneziani, dalle molteplici tonalità di rosso. E infine i buchi, l'essenza della tela - tutt'altro che semplici da reinventare - han trovato voce nel concetto di spazio in piccolissime boccette di vetro lunghe e strette, dipinte di nero e fuse, ottenendo inedite forme prima liquefatte, poi condensate in un'analogia con gli originali compiuti dall'artista. Su questa superficie densa di materia e nutrita di rosso non può mancare l'intervento di piccole tessere del suo colore complementare, tanti piccoli verdi distribuiti uniformemente vanno ad esaltare la qualità cromatica dell'opera. 

Lavorazione diretta su legno - 50 x 61 cm

I materiali:

ho campionato e reperito i materiali per il mosaico, utilizzando principalmente lo smalto veneziano e in aggiunta materiali inediti presi dal quotidiano come il filo di ferro, pezzi di vecchie pentole in ferro smaltate e piccole boccette di vetro dipinte di nero e fuse. Essenziale la partecipazione a pioggia dei colori complementari (verdi e blu) ad esaltare la saturazione dei rossi.

La lavorazione:

visto il disegno non particolarmente difficile da riprodurre e la campitura di colore piuttosto uniforme, ho eseguito il mio mosaico direttamente sul supporto definitivo di legno combinando in un'unica soluzione lavorazione e posa in opera. Il supporto è stato preventivamente predisposto per essere appeso alla parete o al soffitto (quest'ultimo mediante un occhiello centrale). Il retro del supporto e la cornice in ferro sono molto particolari, appositamente rivestiti con pvc rosso successivamente bruciato in alcuni punti per riprendere l'effetto quasi "caramellato" dell'opera originale. 

Una volta lavorata la parte centrale del mosaico, il filo di ferro è stato incorporato creando dei sostegni perpendicolari al piano in alcuni punti sulla sua lunghezza, smaltato infine di nero. Le vecchie pentole sono state tagliate in pezzi con l'utilizzo della smerigliatrice. Le boccette di vetro a rappresentare i "buchi" sulla tela, sono state dapprima colorate di nero con appositi colori per vetro e poi fuse in un forno professionale. Per finire, è stata liquefatta e gocciolata della ceralacca sopra di esse a definire la quanto più verosimile corrispondenza con i "buchi" compiuti dal gesto dell'artista.

La mosaicista consiglia:

data la tematica, il colore saturo e la struttura compositiva, trova un'ottimale collocazione in un ambiente che veste lo stile industriale dove elementi in ferro e rarità di stampo vintage donano immortalità all'anima della casa. Ugualmente d'impatto se sistemata in un contesto moderno e minimal dove la purezza e la linearità delle forme di design coinvolgono ed elevano l'opera a complemento d'arredo.

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