L'idea e le sue caratteristiche:
 

una mia cara amica stava riordinando la cantina di casa sua quando un giorno mi telefona e mi chiede se voglio un vecchio baule da rimettere a nuovo. Dice che non è messo proprio bene e che avrebbe bisogno di un restauro. Le sue parole risuonano come musica per le mie orecchie. Vado così a vederlo di persona e senza pensarci troppo lo prendo. Nel rincasare in macchina penso ad alta voce "E così tu saresti la mia prossima sfida?! Sei grande e capiente ma soprattutto sei bello. Sai che ti dico?...ci sto!". 

Restaurare significa risanare delle "ferite" più o meno profonde, cercando di non snaturare l'essenza delle cose e al tempo stesso conferirne struttura e funzionalità.

Questo delicato lavoro di restauro mi ha portato a scoprire la pelle delle cose, a prendermi cura della materia arrivando al cuore di essa, ritrovando la natura in un'antichità.

Come era prima:

pulendo dalla polvere questo grande e verde baule, emergono delle lettere rosse, una dopo l'altra. Si legge un nome... e un luogo. Grande emozione. 

È stato un onore per me dedicarmi al restauro di un pezzo di storia appartenuto a "Venchiarutti Vincenzo - Osoppo - Udine", di essere entrata in connessione con l'anima di un uomo arruolato nell'esercito; nessuna datazione certa ma ipoteticamente riconducibile a cent'anni fa! 

Credo fermamente che gli incontri non siano determinati dal caso, ed è sorprendente come siamo tutti infine connessi, pronti ad interesecarci con le storie di altre persone, vissute chissà in quali epoche, che hanno contribuito a fare la storia e magari anche la differenza!

Come è ora:

volendo riportare il legno al suo colore naturale, ho rimosso la vernice, prima meccanicamente con la pistola termica, poi chimicamente con lo sverniciatore in gel ed infine grazie alla levigatrice a nastro ho definitivamente rimosso l'alone verde rimasto sulla superficie.

Con la spazzola metallica ho rinnovato il ferro di maniglie, chiusure e cerniere, alle quali ho dato due mani di vernice sabbiata (colore "canna di fucile") per proteggerli anche dalla ruggine oltre a conferirgli una finitura dal carattere medievale. Nella zona di fissaggio delle cerniere (che fanno da perno al coperchio) ho dovuto optare per la sostituzione di un'intera porzione di legno già parzialmente mancante, dando così nuova struttura alla sede della cerniera.

Fortunatamente questo legno antico non ha subìto l'attacco dei tarli, mi sono limitata pertanto ad un trattamento di prevenzione con un apposito prodotto acquoso contenente Permetrina al 2,5%, tossica per i tarli ma non per l'uomo. Dopo aver ben irrigato il baule con l'apposito prodotto a base d'acqua, l'ho avvolto completamente in un telo di nylon, affinché il prodotto evapori più lentamente e sia così più efficace. Lasciato così circa una settimana, questa operazione è talvolta conosciuta come la "camera a gas".

Ho utilizzato la rusticatrice (o spazzolatrice) per anticare il legno, si tratta di un macchinario dotato di rullo in setole di nylon rotante che gradualmente va a mangiare la polpa chiara del legno permettendo alle dure e più scure venature di emergere in un piacevole effetto zigrinato.

L'interno del baule l'ho dipinto con il White Wash, una tecnica di colorazione che prevede di stendere il colore e rimuoverne l'eccesso asciugandolo con uno straccio, così facendo nodi e venature si smorzano sotto un velo di bianco senza svanire.

Se il legno fosse un biscotto, si inzupperebbe in una tazza di latte!

Ho protetto il tutto con la vernice "Touch Me" del marchio "Fleur Paint", che, una volta asciutta dona alla superficie un effetto vellutato sia visivo che tattile, si ha la reale sensazione di passare le dita sulla cera di una candela.

L'esterno del baule invece, ho scelto di trattarlo con un'impregnante all'acqua finitura a cera dal colore mielato, che penetrando la fibra del legno dona un tocco caldo alla sua essenza.

Causa numerose stuccature, ho avuto problemi con gli assi di rinforzo del baule che presentavano una superficie disomogenea a chiazze non lasciando alternative ad una pittura coprente al 100%. Non volendo però coprire completamente la bellezza del legno spazzolato ho creato un effetto "shabby", basato sul principio di sfregamento della cera, che mette in risalto, similmente alla tecnica del "frottage", la matrice venata del legno. Il netto contrasto cromatico tra gli assi di rinforzo e il baule stesso valorizza la loro originaria funzione che era quella di proteggerlo dagli urti. Sebbene si siano eseguiti due trattamenti completamente diversi (oserei dire opposti!), essi trovano il modo di integrarsi a vicenda con gradevole coerenza.

Non è forse questo che talvolta cerchiamo? Di custodire i nostri ricordi in un posto speciale? La luce dorata e radente che attraversa la staccionata crea un'atmosfera calda stile country adornata da cesti, vasi con fiori secchi e nostalgici ricordi del cuore.

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