L'idea e le sue caratteristiche:
l'autunno apre le porte ad un nuovo lavoro da creare a pennello: una credenza anni '60 da svecchiare e rimodernare. Questa credenza proviene dalla storica casa al mare di famiglia.
Per mezzo secolo ha portato il peso degli indispensabili per la cucina, ricordo ancora i piatti un po' sbeccati impilati dietro le due ante a scomparsa, i bicchieri e le tazze per la colazione sempre nell'anta battente, le posate riposte nei cassetti... che ricordi! sono sicura che riuscirei ad imbandire ancora oggi la tavola ad occhi chiusi!
Con i lavori di ristrutturazione nel 2020, il nuovo arredo non ha lasciato più spazio al vecchio e così ho deciso di portarla nella mia casa, dove le ho trovato un posto e un buon motivo per continuare a far parte della mia vita.
Come era prima:
quando un mobile è scomponibile nei suoi singoli elementi, è già una buona cosa. Oltre a permettermi di lavorare in tutta comodità sui cavalletti, è stato anche più agevole raggiungere tutti i punti, anche quelli più nascosti.
Ogni singolo elemento conta! Ogni pezzo è corpo di questa credenza. Ciò che desidero è darle un'anima nuova...
E per farlo, ho preso una mazzetta di gomma, l'ho avvolta con dei panni morbidi per evitare di lasciare dei segni durante la delicata fase di smontaggio e ho smosso gli incastri dando dei colpetti in corrispondenza delle spine di legno che tengono ben salda la struttura. Ho rimosso i chiodini che fissavano la schiena della credenza, ho incollato piccole parti lignee che sono saltate via durante lo smontaggio, ho tolto tutti i pomelli da ante e cassetti, anche i pioli reggimensola, e per concludere questa fase, ho stuccato solchi e dislivelli sulle superfici.
La credenza è fatta quasi interamente in truciolare rivestito da sottilissimi fogli impiallacciati di vero legno ad esclusione della struttura di base portante, che è fatta in assi di vero rovere. Generalmente dove trovo vero legno mi limito a valorizzarne l'essenza con degli impregnanti, dove invece trovo una superficie di poco pregio e rilievo come in questo caso, allora oso di più con tecniche e colori.
Intenzionata a dare un nuovo colore a questo mobile, mi sono armata di levigatrice, con nastro abrasivo grana 150 inserito, l'ho passata sulla superficie per togliere la finitura lucida, stando attenta a non insistere troppo perchè tra il foglio impiallacciato e il truciolare grezzo sottostante è davvero un attimo! Ho levigato quanto basta a rendere porosa la superficie e avere così una buona base per tutto l'iter di colorazione.
Anche la struttura portante (le gambe) è rivestita da un sottile foglio impiallacciato ed è qui che ho scoperto grattando e levigando più a fondo che si trattava di rovere massello... un legno molto appetitoso per i tarli, è evidente che nel tempo se ne sono fatti una bella scorpacciata!
Buchi insomma non ne mancano, ma chi l'ha detto che sono brutti da vedere? A volte ciò che sembra un difetto può diventare un pregio, perchè allora non dare un aspetto più vissuto a queste gambe?! Basta una bella spazzolata per tirare fuori le venature e un trattamento invecchiante, ecco che i buchi dei tarli hanno ragione di esistere, ovviamente dopo un accurato e localizzato trattamento antitarlo. Per farlo, ho utilizzato un prodotto spray con cannula della marca "Timpest" che ha la Permetrina al 3,2%, un valore piuttosto concentrato che va a disinfestare il legno da tarli e larve.
Con il trapano ho allargato il diametro dei fori di alloggiamento per i nuovi pioli reggimensola in acciaio inox, più essenziali e resistenti dei precedenti.
Con un raschietto a gratuggia per legno ho creato ad intervalli irregolari, degli smussi su tutti gli spigoli a vista della credenza, un effetto che secondo me, rende più morbida la linea del mobile.
Con una spugnetta abrasiva fine ho ripassato manualmente ogni tavola di legno per rifinire il lavoro della levigatrice, quindi spolverato con una spazzola e una spugnetta ben strizzata.
Ho riempito tutti i fori e le rientranze dei pannelli con carta di giornale per evitare che il colore stratificandosi li ostruisse.
Come è ora:
come dipingerò questa credenza? Con quali colori?
È molto importante dedicare del tempo a prove di texture e di colore, per evitare spiacevoli sorprese poi nella fase definitiva di lavorazione.
Inoltre, adoro sperimentare nuove tecniche e nuovi effetti che si possono ottenere con particolari strumenti e prodotti.
Ho infatti visto che un buon risultato finale lo otterrò servendomi del venalegno (una sorta di timbro in silicone con la matrice venata in rilievo riproducibile all'infinito) in una combo con l'effetto shabby, ossia la presenza di uno secondo strato di colore visibile carteggiando quello principale che generalmente è anche il predominante.
Ho steso con il rullo in gomma piuma una mano di primer su tutti i pezzi della credenza (tranne gli interni dei cassetti, che vedremo in seguito), questo per dare una stabile base aggrappante al nuovo colore che verrà. Una volta asciutto, ho carteggiato finemente ogni pezzo per rimuovere la seppur minima impronta data dal rullo e ho successivamente dato una prima mano di smalto all'acqua opaco colore grigio medio della marca "To Do" pantone colore "City Mouse".
Nel finire l'ultimo pezzo, i primi erano già ben che asciutti, ho pertanto ricominciato il ciclo dal primo pezzo, carteggiando finemente per stendere una seconda mano di grigio e così via per tutti i componenti.
Li ho lasciati ben asciugare tutta la notte, così da essere pronta il mattino seguente per creare a queste tavole di truciolare un effetto legno in rilievo con il venalegno.
In pratica ho steso con la pennellessa un'ulteriore generosa mano di smalto grigio e a colore ancora fresco (importantissimo!) per cui con una certa celerità, ho impugnato il venalegno, l'ho passato premendolo sopra il colore appena steso e l'ho tirato verso di me seguendo un andamento a bande verticali.
E' importante pulire di frequente lo strumento con acqua per evitare che si incrosti di colore.
Essendo lo strumento curvo, nel farlo scorrere è necessario farlo anche oscillare leggermente su e giù con la mano più ferma possibile (meglio impratichirsi su un supporto provvisorio prima se non lo si è mai usato) questo per far sì che si crei la caratteristica forma delle venature del legno, che sarà sempre diversa a seconda di come si modula il venalegno.
Una volta create le venature in rilievo con il colore, le ho lasciate bene essicare per alcune ore all'aria aperta.
Per creare l'effetto shabby finale, ho strofinato tutti gli elementi "venati" con la cera di una candela, ho controllato e ricontrollato di averla passata bene ovunque, interni ed esterni a vista, a questo punto ho steso con il rullo due-tre mani di bianco (a seconda della coprenza da raggiungere) della marca "To Do" pantone colore "White Snow", rispettando sempre i tempi di asciugatura del colore tra una mano e l'altra.
Il giorno dopo ho carteggiato tutti gli elementi con una grana abrasiva medio-fine, così facendo le venature grigie sono riemerse in una originale veste shabby simil "gessato bianco".
Ad esclusione dei suoi frontali, i due cassetti li ho trattati diversamente dal resto. Fatti in vero legno ma tendenti all'aranciato, li ho spennellati con il prodotto "Fondo 40" (marca Marbec), una soluzione acquosa contenente pigmento bianco titanio. La sua particolarità è che una volta assorbito dal legno conferisce un aspetto sbiancato neutralizzando il tannino presente, basterà infatti carteggiare la superficie quanto basta per raggiungere la tonalità sbiancata che si desidera, ed in caso passare una microfibra bagnata molto ben strizzata per sfumare ulteriormente l'effetto.
Per permettere ai laterali dei cassetti di scorrere senza intoppi lungo le guide che li reggono, ho dato un velo - strofinando via l'eccesso - di cera neutra "Carezza Plus" di Marbec, poi, con uno stencil decorativo ho tamponato a pennello la cera scura replicando un curioso motivo a ventagli!
Gli interni li ho foderati con carta da parati (idem le mensole interne della credenza). Questo sia per una questione igienica di migliore pulizia che per un fattore estetico, di rivalorizzare una superficie rovinata o priva di carattere.
La carta da parati è tornata di moda, spopola letteralmente nei negozi di bricolage in svariatissime fantasie!
E' stato semplice rivestire con la carta da parati: ho preso le misure giuste (piuttosto qualche millimetro in meno a causa della naturale dilatazione della carta) delle parti da rivestire tagliando la carta di conseguenza, ho steso generosamente una colla specifica pronta all'uso con l'aiuto di un rullo piccolo, ho applicato la carta facendola bene aderire alla colla con la pressione delle mani dal centro verso l'esterno.
I pomelli originali della credenza li ho banalmente carteggiati a mano fino a rimuoverne lo strato lucido superficiale e come fatto anche per gli assi portanti in rovere, li ho spennellati in più riprese con una soluzione anticante fatta da me a base di puro aceto e lana di acciaio lasciata macerare per alcuni giorni. Questa "pozione" anticante a me piace particolarmente perchè oltre ad essere naturale così com'è e quasi a costo zero, conferisce ogni volta un diverso risultato a seconda dell'essenza del legno, di quanti giorni la lana d'acciaio ha macerato nell'aceto e del risultato che infine si vuole ottenere. In ogni caso è un trattamento che va a scurire e ad ingrigire il legno, come se fosse stato esposto a lungo all'aperto e alle incurie del tempo.
Ho rimontato tutti i componenti della credenza nella sequenza più logica servendomi di colla vinavil per gli incastri, una mazzetta avvolta nel panno e del sostegno di due cavalletti, quest'ultimi per facilitarmi nel fissaggio delle gambe in rovere invecchiato.
Oggi questa credenza ha trovato posto in un angolo della mia soffitta grigio-azzurro adornato da grucce di legno, dove tengo in ordine il vestiario in disuso, pronto per essere confezionato e spedito a chi vorrà dare una seconda vita ai vestiti che ho amato. Tre casse di legno anch'esse invecchiate e riempite di incarti e cartoni, rompono il vuoto sottostante, mentre una massiccia bilancia industriale d'epoca vi staziona sopra, accanto agli indispensabili per la corrispondenza.
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